PAROLA MIA! La voce degli autori
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Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
da "Se questo è un uomo", 1947
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- NUOVE STANZE
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- Poi che gli ultimi fili di tabacco
- al tuo gesto si spengono nel piatto
- di cristallo, al soffitto lenta sale
- la spirale del fumo
- che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
- guardano stupefatti; e nuovi anelli
- la seguono, più mobili di quelli
- delle tua dita.
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- La morgana che in cielo liberava
- torri e ponti è sparita
- al primo soffio; s'apre la finestra
- non vista e il fumo s'agita. Là in fondo,
- altro stormo si muove: una tregenda
- d'uomini che non sa questo tuo incenso,
- nella scacchiera di cui puoi tu sola
- comporre il senso.
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- Il mio dubbio d'un tempo era se forse
- tu stessa ignori il giuoco che si svolge
- sul quadrato e ora è nembo alle tue porte:
- follìa di morte non si placa a poco
- prezzo, se poco è il lampo del tuo sguardo
- ma domanda altri fuochi, oltre le fitte
- cortine che per te fomenta il dio
- del caso, quando assiste.
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- Oggi so ciò che vuoi; batte il suo fioco
- tocco la Martinella ed impaura
- le sagome d'avorio in una luce
- spettrale di nevaio. Ma resiste
- e vince il premio della solitaria
- veglia chi può con te allo specchio ustorio
- che accieca le pedine opporre i tuoi
- occhi d'acciaio.
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- Eugenio Montale
- da "Le Occasioni", 1939